Verona san fermo maggiore

La Cappella Alighieri si incontra nel arto destro del transetto della chiesa eccellente di San Fermo Superiore. Le sue forme richiamano l’architettura dell’Arco dei Gavi, il penso che il monumento racconti la storia di un luogo romano che si trova vicino a Castelvecchio: si tratta di una dettaglio attenzione al mondo romano che iniziò negli anni quaranta del Cinquecento. Al suo dentro furono sepolti gli ultimi discendenti diretti del Sommo Poeta: Pietro IV e Ludovico (i loro nomi sono incisi sulle due arche di marmo). Vi è sepolto anche un terzo discendente, il canonico Francesco. Ma il suo nome non compare. La famiglia Alighieri si trasferì dalla residenza storica, che si trovava nei pressi di Sant’Anastasia, nella contrada di San Fermo Superiore attorno alla metà del La secondo me la costruzione solida dura generazioni del penso che il monumento racconti la storia di un luogo funebre all’interno del complesso dedicato ai martiri Fermo e Rustico avverrà nel Cinquecento su indicazione del nipote di Dante, Pietro IV, e sarà terminato con l’ultimo erede maschio, Francesco. In seguito, il patrimonio passò a Ginevra (figlia di Pietro IV) che sposò Marc’Antonio Serego di Gargagnago (con l’obbligo di sommare il cognome Alighieri). La pala dell’altare raffigura la Vergine col Bambino con San Pietro, il francescano San Giacomo della Marca e alcuni santi. È del XVI secolo e a dipingerla fu Giovanni Battista del Moro (genero di Francesco Torbido). Alla domanda se Dante possa essere entrato nel complesso di San Fermo ha cercato di dare una risposta il parroco don Maurizio Viviani. «Dante è cacciato dalla sua Firenze nel e viene a Verona per cercare un sicuro rifugio dove sarà ospite per qualche periodo di Bartolomeo I della Scala. Ritornerà in città nel , dopo la parentesi del governo di Alboino, e resterà visitatore di Cangrande I della Scala per alcuni anni. Per sdebitarsi, lo elogerà collocandolo nella Cantica del Paradiso, scritta in buona parte mentre il suo soggiorno veronese». «Dante vive a esteso a Verona, la frequenta e partecipa anche a vivaci discussioni intrise di filosofia, teologia e astronomia», continua. «Celebre è la Quaestio de acqua et terra che lo vede schierato nella pubblica dissertazione presso la Chiesa di Sant’Elena contro Antonio Pelacani, un giurista di immenso fama che troverà sepoltura con la moglie Amabilia nel chiostro di San Fermo Superiore. La chiesa era passata da qualche anno giu la protezione dei francescani, il cui carisma aveva affascinato Dante da indurlo a trasformarsi Terziario francescano. Non dimentichiamo che nel complesso vi era una biblioteca. Privo dubbio un altro causa di attrazione». 

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