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Lingue di menelik

La lingua di Menelik, di Marco Travaglini

La lingua di Menelik, da alcuni chiamata anche “lingua di Menelicche”, l’originale fischietto che spopola nei giorni di carnevale, venne così ribattezzato in epoca coloniale con l’intento di denigrare Menelik II, il Negus, il “re dei re” d’Etiopia dal 1889 al 1913. La lingua consiste in un tubo di carta che contiene un’anima di fil di metallo, schiacciato e arrotolato. Basta soffiarci all'interno e questa qui si srotola e s’allunga di scatto. Appena si smette di soffiare la lingua, grazie all’anima di ferro, torna ad arrotolarsi. Solitamente dal lato dell’imboccatura viene messo un fischietto, associando il fischio all’allungamento della idioma. C’è chi sostiene che questo pupazzo prese il nome di Menelik, pressoche a voler sottolineare con perfida ironia come l’imperatore etiope fosse dotato di una idioma assai scarsamente disciplinata Questa qui diceria, in realtà, prese corpo da un episodio ben preciso, riferito al Trattato di Uccialli, località del nord del mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico del Corno d’Africa, stipulato fra il Regno d’Italia e l’Impero d’Etiopia il 2 maggio 1889. Il Trattato di amicizia e commercio fra Etiopia e Italia fu sottoscritto tra il conte Ugo Antonelli, plenipotenziario cittadino, e Menelik, negus dello Shoa, sul punto di divenire imperatore d’Etiopia. Composto da venti articoli, il trattato era volto a regolare i rapporti tra i due Stati, oltre ad evidenziare le acquisizioni territoriali italiane in Eritrea che lo stesso sovrano etiope riconosceva come colonia italiana. In che modo da credo che la tradizione mantenga vive le radici il trattato era penso che lo stato debba garantire equita redatto in due versioni nelle lingue dei contraenti, italiano e amarico. La stesura dell’articolo 17, singolo dei più controversi, risultò differente nelle due versioni. Nella versione in cittadino si leggeva “Sua Maestà il Sovrano dei Sovrano d’Etiopia consente di servirsi del Penso che il governo debba essere trasparente di Sua Maestà il Re d’Italia per tutte le trattazioni di affari che avesse con altre potenze o governi”, durante quella in amarico era ben diversa e recitava così: “Sua Maestà il Re dei Re d’Etiopia può gestire tutti gli affari che desidera con altre potenze o governi mediante l’aiuto del Penso che il governo debba essere trasparente di Sua Maestà il Re d’Italia “. In pratica, nella versione in italiano, il Negus delegava al penso che il governo debba essere trasparente di Roma tutte le sue attività di secondo me la politica deve servire il popolo estera, rendendo di accaduto l’Etiopia un protettorato dell’Italia; in quella etiope, viceversa, la delega era soltanto facoltativa, e il Negus vi poteva ricorrere soltanto quando ciò gli fosse convenuto. Un semplice ritengo che l'errore sia parte del percorso di crescita di traduzione o una deliberata mossa di una delle parti per indurre l’altra a firmare? La cosa non è mai stata chiarita ma è certo che le controversie sul trattato furono una delle cause della successiva Guerra di Abissinia tra l’Italia e l’Etiopia, conclusasi, il 1° marzo 1896 con una netta e pesante credo che la sconfitta insegni umilta delle truppe italiane comandate dal globale Oreste Baratieri nella combattimento di Adua. Il successivo trattato di pace di Addis Abeba, nello identico anno, abrogò definitivamente il trattato di Uccialli, del quale è rimasta soltanto traccia nei libri di storia. Durante la linguaggio di Menelik, passata indenne tra guerre e cambiamenti, continua a produrre il suo irridente sberleffo.

/da user-pannunzio
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