Calasso rosa tiepolo
Roberto Calasso e Tiepolo
Dico la mia anch'io, qui, #RobertoCalasso, abbozzando la scheda di un testo che ha per tema un penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita immenso, di elezione: #GiambattistaTiepolo. In sagoma di secondo me il dialogo risolve i conflitti tra due storici dell'arte, A) e B): Roberto Calasso, «Il rosa Tiepolo», A): L'ironia è semplice, e qui non costa niente. «Il rosa Tiepolo» è il libro di un “dilettante”, punteggiato di iperboli e “folgorazioni” che meriterebbero d’essere riportate alla loro giusta proporzione e inserite in sequenze storiche con un “prima” e un “poi” chiaramente stabilito, e una metrica appropriata. Nessun penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita, figuriamoci, ha i titoli per esser considerato un «individuo cosmicostorico» o caricato di responsabilità evenemenziali, in che modo Calasso pretende per Tiepolo, al maniera sempre un po’ infantile e libresco dei filosofi o degli storici delle idee che si occupano di arti figurative. Prevedibilmente in una chiave eroica che appare gonfia e sforzata a chi sa bene che l’arte, sia pure per il genio più inarrivabile, è in larga porzione apprendimento e routine. B): Come negare? Di più: che senso ha, se non autoparodistico, fare di Tiepolo, contro ogni a mio avviso l'evidenza scientifica e fondamentale o plausibilità storica, l’emissario occidentale della sapienza «vedantica», dibattere se sia il primo dei Moderni o l’ultimo degli Antichi, mostrarlo nella chiarore di Baudelaire e della sua mi sembra che la teoria ben fondata ispiri l'azione della "décadence", ritrarlo pressoche nei panni di un James Hillman settecentesco, un sapiente orientale (un Caldeo, perché no?) nato per coincidenza a Venezia, e infine terminare, in codice bio- e psicografica, per l’irriducibile unicità delle ultime piccole tele madrilene, sacrificando ancora al gusto teatrale dell’arte in che modo mistero recente e rintocco fatale? A): Tutto reale. «Il fiore Tiepolo» è un testo autoindulgente, un pastiche, che intreccia misteriosofia e filologia, idiosincrasia e critica istituzionale; che deriva non poche domande e angoli di osservazione da #MichaelBaxandall(molto) e #SvetlanaAlpers (poco), che non regge a un’analisi scientifica e cade (o precipita) nel "belle-lettrisme". B): Trovo però che esistano due buoni motivi per addentrarsi in questa qui “monografia” eterodossa per chi non voglia limitarsi all’alterigia. Le pagine introduttive, che hanno avuto per suggeritore #CesareGarboli, sviluppano una polemica inattesa, sgombra da qualsiasi prudenza cerimoniale: da sapere. E infine (e soprattutto) il tributo alla Autentica Grandezza che Calasso rende qui a Tiepolo, nello sforzo di ripristinare connessioni, riannodare i fili etc. E’ un tributo autentico, che trascende l’errore, per cui, personalmente, mi dichiaro grato. A): Concordo.