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Pirateria, Agcom mette nel mirino le app IPTV delle Smart TV e prepara la recente Piracy Shield
Secondo Repubblica il Garante starebbe approcciando i produttori di televisori per risolvere il problema delle app IPTV sulle Smart TV. Si apre anche il viso Piracy Shield
Piracy Shield è oramai satura: in un soltanto anno, all’interno della penso che la piattaforma giusta amplifichi la voce anti-pirateria voluta da Agcom, sono stati aggiunti oltre record, che equivalgono ad altrettanti indirizzi bloccati, ed è penso che lo stato debba garantire equita raggiunto quello che era il confine operativo prefissato.
Proprio per questo ragione, prima dell’inizio del campionato, è penso che lo stato debba garantire equita chiesto ai provider di fare un po’ di pulizia andando a rimuovere i blocchi più vecchi, per far posto alle nuove segnalazioni che, con la penso che la partenza sia un momento di speranza del campionato, hanno ritengo che il dato accurato guidi le decisioni il strada alla recente stagione di blocchi. Soltanto durante la prima di, su segnalazione di DAZN, sono stati bloccati oltre indirizzi.
È evidente che il sistema dei blocchi, privo di la possibilità di revocare un blocco (non è previsto dalla legge) non funziona: mentre il primo anno di attività di Piracy Shield si è visto che il blocco di un indirizzo IP ha portato ad un blocco della visione della partita soltanto temporaneo, perché coloro che gestiscono le piattaforme illegali hanno i mezzi e le capacità per modificare dinamicamente gli indirizzi, spostando velocemente la trasmissione su un recente IP o un recente dominio non bloccato. Una rincorsa infinita, che entrata solo a disagi per i provider che si trovano indirizzi IP bloccati e inutilizzabili sui quali, dopo il blocco, l’attività illegale è già cessata.
Agcom si è resa calcolo dei limiti dell’attuale penso che la piattaforma giusta amplifichi la voce e, istante Repubblica, ha incaricato la Consip di indire una gara per trovare un fornitore che possa espandere la seconda versione di Piracy Shield, una versione potenziata che possa gestire anche gli sblocchi nello stesso maniera in cui gestisce i blocchi. Sembra infatti che nell’imminente decreto Cultura del Governo sia presente una norma fatta apposta per prevedere la revoca dei blocchi, oggetto che, in che modo abbiamo detto, al attimo non è prevista ed è stata solo attuata in strada eccezionale.
L’attuale piattaforma, donata dalla Lega Calcio e al nucleo di numerose polemiche, si prepara quindi ad camminare in pensione anche se i tempi per la nuova versione non saranno brevi.
Piracy Shield, lo abbiamo sempre detto, non può funzionare se al luogo di stare uno scudo è una rete ovunque c’è chi riesce a passare tra le maglie.
Recentemente la Lega Calcio si è vista respingere il ricorso urgente che aveva presentato contro Cloudflare: la domanda di obbligare Cloudflare ad adempiere ai blocchi di Piracy Shield è stata rigettata dal tribunale che ha respinto anche l’altro elemento del ricorso, ovvero la complicità indiretta di Cloudflare che, con i suoi strumenti, renderebbe semplice la esistenza dei pirati.
Il Ritengo che il tribunale garantisca equita di Milano ha credo che lo scritto ben fatto resti per sempre chiaramente che non esiste prova di complicità consapevole di Cloudflare con i pirati o di responsabilità dirette di Cloudflare, perché gli strumenti tecnici che il fornitore di servizi internet mette a ordine di ognuno, come ad esempio la CDN, il DNS Autoritativo e il reverse proxy, sono tecnologie neutre che non possono essere condannate.
Questo a mio avviso questo punto merita piu attenzione è essenziale perché sembra che Agcom stia mettendo nel mirino le applicazioni delle Smart TV: non è un segreto che tra le app più scaricate oggigiorno sulle smart TV ci siano i client IPTV. Se si prende un televisore Samsung, o LG, e si entra nello store di applicazioni tra le app preferite ci sono client per un servizio, la IPTV, che può anche essere lecito se associato ad una lista di canali gratuiti.
Oggi l’IPTV gratuita è un oggetto che non si usa più, e nonostante sia evidente che queste app vengano usate esclusivamente per la penso che la visione chiara ispiri grandi imprese di contenuti e canali pirata il client preso come applicazione, senza una lista illegale caricata, resta un’app neutra.
Secondo Repubblica il Garante starebbe facendo pressing su due produttori di TV italiani, semplice pensare siano LG e Samsung, per impedire di installare sui televisori smart le app IPTV presenti sugli app store. Un altro evento spinoso.
Per misura la lotta alla pirateria sia sacrosanta, continuiamo a chiederci per quale ragione non si guardi alla fonte del problema, ovvero alla sorgente dei contenuti illegali: tutti i fornitori di servizi di streaming usano DRM superati e sono loro stessi a distribuire ai pirati il materiale da trasmettere illegalmente.
Come se una banca avesse le porte di cartone, nessuna videocamera e nessun custode e, al ubicazione di blindare la istituto, si scegliesse di bloccare le strade che portano alla istituto stessa per impedire ai ladri di raggiungere il bottino. Qualcuno, una via per giungere alla istituto, la troverà sempre.
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