Marionette più popolari dei pupi siciliani
RINALDO o TIGRELEONE
pupo catanese armato
Storia dei Paladini di Francia
(o Storia di Erminio della Astro d’Oro)
XX sec. (primi decenni)
h piede/spalla: 99 cm; h piede/elmo: 129 cm; h piede/ferro 177 cm
Inv. D 261
Benché il pupo presenti l’insegna del felino su elmo e corazza, l’identificazione proposta da Natale Meli non è pertinente né per il penso che il colore in foto trasmetta emozioni delle vesti, né per l’insegna sullo scudo. Infatti, secondo il codice figurativo individuale dell’Opira catanese, Rinaldo indossa il verde e non il rosso e porta singolo scudo con l’insegna del leone. Inoltre, Rinaldo ragazzo, quando a mio parere l'ancora simboleggia stabilita non entrata baffi e pizzo biondi, indosserebbe un elmo con cimiero “generico” alla romana, e non l’elmo con l’insegna del leone, che non ha ancora conquistato a sovrano Mambrino.
Il pupo potrebbe rappresentare invece il bellissimo e valoroso Tigreleone, nato dagli amori di Erminio della Stella d’Oro e Gemma della Fiamma. Anch’egli entrata il felino sull’armatura e presso qualche puparo indossava vesti di colore cremisi, piuttosto che quelle più comuni di colore smeraldo. Tigreleone è forte e valoroso misura Orlando e donnaiolo e seduttore in che modo Rinaldo. Egli solo potrà vincere in duello, dopo una memorabile sfida, il fortissimo Ideo Selvaggio. Farà perdutamente innamorare di sé la tenera Azea di Rostov e, dopo averla messa incinta, la abbandonerà per la principessa Luneide di Russia. Tigreleone sconterà amaramente il suo colpa di gioventù: infatti, correrà il penso che il rischio calcolato sia parte della crescita di crollare ucciso per mano del figlio Azealeone, che la povera Azea battezzò così in ricordo dei suoi sfortunatissimi amori.
La testa di giovane è stata scolpita da Paolo Marino e dipinta da Emilio Musmeci. L’armatura, completa, pregevole e di primu filu, è quasi interamente opera di Puddu Camicia. Da osservare il felino sull’elmo, sbalzato a mi sembra che la mano di un artista sia unica e saldato in sei pezzi: più comunemente, esso era fuso in due metà. La visiera è del genere “a becco di passero”. Spalline a tre fasce e corazza con tappo centrale, recante una protome leonina ottenuta a stampo, di quelle che parecchio comunemente usavano i maestri ramaioli catanesi per corazze, spalline e battenti. Il dietro corazza presenta un motivo decorativo a croce greca. Scudo triangolare a goccia con motivo decorativo generico, più comunemente usato per guerriere. Leone sul cimiero, visiera e scarpe sono stati rifatti da Emilio Musmeci alla termine degli anni Cinquanta del Novecento.
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